La Città dei Morti

La morte non è che la soglia di una nuova vita… oggi noi viviamo e così sarà ancora… sotto molte forme noi torneremo…

Antica Preghiera Egizia (XXV sec. a.C.)
IL ROMANZO DI TUTANKHAMON PARTE seconda: la pittrice di tombe perdute
Il crepuscolo di una dinastia in una terra dove i vivi e i morti intrecciano il loro destino.

Nel cuore della giovane Nimaat brucia l’assenza dell’amore del padre, il freddo e distante Grande Scultore Reale Thutmose. Con l’intento di farsi notare dal Sovrintendente ai Lavori della Necropoli per le proprie capacità di pittrice e suscitare così l’apprezzamento del genitore, la ragazza riesce a infiltrarsi tra gli artigiani del Set-Maat, la proibita Città dei Morti.

In fuga da una passione disperata nata tra le sabbie roventi permeate dai fantasmi del passato, la ragazza finirà con il trasferirsi a palazzo reale, circondata da una realtà brillante d’oro e ricchezza ma spietata e insidiosa come i pettegolezzi dei quali la corte sembra nutrirsi.

In fuga da una passione disperata nata tra le sabbie roventi permeate dai fantasmi del passato, la ragazza finirà con il trasferirsi a palazzo reale, circondata da una realtà brillante d’oro e ricchezza ma spietata e insidiosa come i pettegolezzi dei quali la corte sembra nutrirsi.

Disponibile in: ebook, copertina flessibile, copertina rigida.

Editore: Mango Hill Books

curiosità

La lampada di alabastro del tesoro di Tutankhamon

Prendendo spunto dai favolosi oggetti rinvenuti nella tomba del faraone bambino, ho immaginato la protagonista realizzare la lampada con il gioco di trasparenze che ritraggono Tutankhamon e la Grande Sposa Reale.  Scopri di più sulle tecniche di lavorazione della calcite e sulla simbologia del manufatto nell’estratto del romanzo.

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LE OPINIONI DEI LETTORI

Avevo amato il personaggio di Khemfre nella prima parte di questo grande romanzo dedicato al faraone Tutankhamon, ma anche Nimaat mi ha preso il cuore (e – spoiler – sono contenta che i due si siano incontrati). La scrittura di questa autrice è sempre curata, come i personaggi sono ben tratteggiati, cosa che rende la lettura piacevole e la storia un crescendo di emozione che incolla alle pagine man mano che si procede con la lettura. Mentre con il primo volume ci si era addentrati nel mondo dell’antica medicina egizia, con questo si scopre quello degli artisti, soprattutto quelli che lavoravano nell’ambito dell’arte funeraria e si nota, ancora una volta, la passione e la cura che è stata messa nella ricerca storica ma che non appesantisce il racconto. Al contrario, la storia procede agile come in un film grazie anche al modo in cui l’autrice riesce a “mostrare” ciò che racconta.

Lettore Amazon

Thutmose mi ha colpito per il contrasto tra la sua grandezza come artista e la sua piccolezza come padre: anche altri personaggi si affacciano in questa storia con la stessa precisa realistica costruzione, pregi e difetti perfettamente bilanciati, sinceri nelle loro debolezze e forti nelle loro qualità. Anche se a mio parere l’antagonista è totalmente un “anima nera” perché non gli ho davvero trovato delle caratteristiche salvabili, mi è piaciuto che sia così forte la repulsione per la sua presenza. Lo stile della Giustiniani non sbaglia: morbido, minuzioso ed evocativo. I dettagli degli ambienti, degli oggetti ti riempiono gli occhi di immagini opulente e potenti, come solo il culto dei morti egizio sa affascinare. 

Le Penne Irriverenti

BLOG LETTERARIO

Non è facile ambientare un romanzo in un epoca di cui si sa ben poco e riuscire a ricreare un’atmosfera credibile. Da quando ho iniziato a leggere i romanzi di Isabel Giustiniani ambientati nell’antico Egitto è diventata il mio riferimento in materia. Quando dietro c’è della ricerca si sente e leggendo le sue descrizioni mi sembra di essere al fianco dei protagonisti, tanto che ricordo perfettamente anche quelli che ho letto da diverso tempo. L’unico “difetto” è dover aspettare tra un episodio e l’altro, perché la curiosità è divorante.

Lettrice Amazon